CULTURA
Più che le abitazioni mediterranee tipiche di gran parte della Sardegna, a Carloforte le case hanno facciate colorate, con fiori e giardini, e molti quartieri – su tutti quello del Castello – presentano i tipi carrugi genovesi, tra portici in penombra e vicoli stretti. In una zona subito a nord di Carloforte è stato localizzato un insediamento di età punica e, sempre nella stessa zona, sono stati riconosciuti i ruderi di una cinta fortificata costruita con grandi blocchi squadrati. Parte della necropoli punica è visibile tra il viale Salvo D’Acquisto e la salita Giorgio Rombi. Al centro del lungomare di Carloforte si staglia la statua di Carlo Emanuele III di Savoia – benefattore dei fondatori della cittadina – opera dello scultore Bernardo Montero. La cinta muraria che proteggeva il centro abitato risale alla fine del diciottesimo secolo. Ben più antica è una delle principali attrattive monumentali, la chiesa dei Novelli Innocenti, fatta costruire nel Duecento, per volere di papa Gregorio IX, in memoria di un gruppo di fanciulli periti in un naufragio sulle coste dell’isola. La chiesa parrocchiale di Carloforte, edificata nel 1773 in stile neoclassico e aperta al culto un paio di anni dopo, è dedicata a San Carlo. Nel corso del tempo è stata impreziosita da statue e decorazioni, frutto delle donazioni dei fedeli. Altra chiesa che merita d’essere visitata è quella della Madonna dello Schiavo, conosciuta anche come “Genetta du Previn”. Quindici anni fa, ricorrendo il 250° anniversario della fondazione di Carloforte, furono traslate da Tunisi, e tumulate in questa chiesa, le spoglie di uno schiavo ignoto. La Torre di San Vittorio, avamposto difensivo che apparteneva al nucleo fortificato, alla fine dell’Ottocento fu adibita alla ricerca scientifica ed è una delle cinque stazioni nazionali per lo studio della rotazione dell’asse terrestre.